martedì 1 maggio 2007

ASMARA

LE PAROLE NON SONO MIE MA DEL CARO CONIGLIOBIANCO
DEDICATO AD UN GRANDE UOMO D’ALTRI TEMPI CHE CI HA LASCIATE SOLE



Asmara il rumore dei motori ci culla,nella notte l’odore del mare si mescola a quello della nafta, penso a casa lontana c’è lei che aspetta, mi aspetta perché abbiamo fatto un patto una promessa d’amore. Guardo nel buio il luccichio dei pesci volanti sogno il suo viso lo tocco. Si mi aspetterà.

Un altro giorno con quello schifo di cucina, quanto darei per una pastasciutta come si deve. Siamo in ritardo, le correnti e i temporali non ci aiutano, ma c’è qualcuno che ha bisogno di noi, del nostro arrivo. Giovanni non sa bene, scriverò una lettera per sua mamma, chissà se si rivedranno.

Acqua acqua un motivo per essere lontano da casa, non ricordo, i suoi occhi, il suo viso mi si annebbia nella mente un desiderio di terra, questa stupida piantina, non ho idea di dove si trovi.

Sono ancora a bordo, ancora avvolto da questo stupido rifugio si acciaio sembra così sicuro. Sicuro un c.zzo! mi tolgo quella c.zzo di scheggia dal c.lo, l’acqua salata brucia da morire ma io sto pregando, sto ringraziando Dio per questo stupido pezzo di legno. La rivedrò, si, la rivedrò

IL CAMBIO DELL’ARMADIO… TRA IL SERIO E IL FACETO

C’è sempre un che di magico in questa cerimonia stagionale, cui bisognerebbe riservare un momento tranquillo come per una meditazione o degli esercizi spirituali.
Già, perché quando metti via tutti i vestiti grigi e pesanti e tristi dell’inverno, oltre ad assicurarti che siano puliti, metti via le giornate buie il freddo l’umido la pioggia e la tristezza frequente. Metti via uno per uno i maglioncini scuri che niente riesce a rischiarare. Metti via le lacrime di domeniche solitarie senza sole.
Ma poi sali nell’altra parte dell’armadio e loro sono lì tutti insieme. I vestiti colorati, tanto rosso e rosa e arancione. I giorni fuori a chiacchierare sul balcone. Le sere a spasso per il paese senza una meta ma solo per curiosità. Tirare tardi tanto viene buoi dopo le nove e mezza. La gioia dell’attesa delle vacanze al mare.
Tutto nel giro di poche ore, tutte le tue giornate passate e quelle che desideri. L’aspettativa del nuovo, sapere che, prima o poi, comunque l’estate torna. E con lei i colori e la voglia di ridere. La voglia di riscoprire che tu sei vivo. Anche se esiste l’inverno scuro e il buio perenne che si porta via persone che ami.
Ho portato nell’armadio, comodi da prendere, facili da indossare, il rosa della serenità, il fresco dell’azzurro, l’arancio della gioia, il rosso della passione.