martedì 1 maggio 2007

ASMARA

LE PAROLE NON SONO MIE MA DEL CARO CONIGLIOBIANCO
DEDICATO AD UN GRANDE UOMO D’ALTRI TEMPI CHE CI HA LASCIATE SOLE



Asmara il rumore dei motori ci culla,nella notte l’odore del mare si mescola a quello della nafta, penso a casa lontana c’è lei che aspetta, mi aspetta perché abbiamo fatto un patto una promessa d’amore. Guardo nel buio il luccichio dei pesci volanti sogno il suo viso lo tocco. Si mi aspetterà.

Un altro giorno con quello schifo di cucina, quanto darei per una pastasciutta come si deve. Siamo in ritardo, le correnti e i temporali non ci aiutano, ma c’è qualcuno che ha bisogno di noi, del nostro arrivo. Giovanni non sa bene, scriverò una lettera per sua mamma, chissà se si rivedranno.

Acqua acqua un motivo per essere lontano da casa, non ricordo, i suoi occhi, il suo viso mi si annebbia nella mente un desiderio di terra, questa stupida piantina, non ho idea di dove si trovi.

Sono ancora a bordo, ancora avvolto da questo stupido rifugio si acciaio sembra così sicuro. Sicuro un c.zzo! mi tolgo quella c.zzo di scheggia dal c.lo, l’acqua salata brucia da morire ma io sto pregando, sto ringraziando Dio per questo stupido pezzo di legno. La rivedrò, si, la rivedrò

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